Il Museo Flaminio Bertoni

Il “Museo Flaminio Bertoni” in collaborazione con il Liceo Artistico Frattini, ospiterà dal 9 Aprile una mostra di lavori degli studenti dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo.

“NOI ABBIAMO INVENTATO LA FELICITA'” L’esperienza creativa e formativa dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo.

Adelaide Indelicato, Francesca Vinay, Giacomo Regallo, Riccardo Rolandi, Samuel Fortunato, Leila Crotti, Paolo Tognozzi, Gilli Spreafico, Sonia Corti, Sara Mazza, Francesco Penci, Alessandro Carducci,  Luigi Bonetti, Luca Maestroni, Lia Ronchi, Diego Ferrari, Diego Ravotto.

Inaugurazione Sabato 9 aprile 2011, ore 11.00
dal 9 al 30 aprile 2011

La mostra curata dal Prof. Luca Scarabelli con il contributo dei docenti dell’Accademia Carrara Davide Tranchina e Francesco Pedrini, sarà composta da opere degli studenti dei corsi di nuove tecnologie e pittura, ha un approccio attento alle diverse dinamiche espressive presenti in Accademia ed è quindi strutturata a presentare l’esperienza formativa attraverso le singole ricerche personali sviluppate all’interno dei corsi. 
Il titolo della mostra  nasce da alcune domande:  E’ possibile insegnare l’arte? Ha senso oggi insegnare l’arte? Come ci si predispone di fronte all’insegnamento dell’arte contemporanea in un mondo dove tutto sembra praticabile e indistinto? E’ possibile nella nostra epoca ricca di contraddizioni e problematiche sociali apprendere, praticare, produrre arte?
Ecco quindi che la mostra “Noi abbiamo inventato la felicità” amplifica l’idea della creatività e della progettualità facendola coincidere con un’idea di una felicità vista come condizione privilegiata per avere uno sguardo nuovo sulla realtà e sull’arte.  I lavori metterono in gioco diverse pratiche, abilità e conoscenze operative, intuizioni poetiche e tecniche codificate, riflessioni ed espressioni, per indicare come nell’arte si trovi ancora il dominio e il carattere dell’utopia, dell’impossibile, il divertimento, la magnificenza, la critica, il piacere o il dramma della nostra condizione. 
Perché non si insegna a creare opere d’arte, come non si insegna a stupire o a sorprenderci, ma si favorisce la sua invenzione, si apre la strada a esplorazioni edificanti per aprire possibilità e formalizzare visioni.