DAVIDE TRANCHINA
Luci, ombre e bugie
a cura di Luca Panaro
dal 2 aprile al 7 maggio 2011
Inaugurazione Sabato 2 aprile 2011 ore 17
Betta Frigieri Arte Contemporanea presenta la più recente produzione artistica di Davide Tranchina, che si compone di immagini fotografiche, opere video e installazioni ambientali, abilmente orchestrate all’interno dello spazio espositivo della galleria. La mostra, intitolata “Luci, ombre e bugie”, è curata dal critico d’arte Luca Panaro che così presenta il lavoro dell’artista:
Partendo da immagini provenienti da un mondo originario, DavideTranchina propone un nuovo ciclo di opere concepite appositamente per gli spazi espositivi della galleria. Prosegue così il viaggio dell’artista alla ricerca di mondi ancestrali iniziato nella precedente serie di lavori, dove fotografia e video sono utilizzati come una sorta di macchina del tempo capace di trasportare l’uomo dal passato al futuro e dall’infinito all’origine. Il tempo vola, si legge in uno striscione trainato da un aereo; la caducità della nostra esistenza e lo scorrere inesorabile del tempo è il leitmotiv della mostra.
Un testo apparso nel 1861 sulla rivista inglese “Once a Week” recita: «Ognuno di noi ha visto le Alpi e conosce a memoria Chamonix e la Mer de Glace, anche se non ha mai sfidato gli orrori della Manica… Abbi- amo visto fantasmi e non abbiamo tremato; siamo rimasti in piedi davanti a sovrani senza toglierci il cappello; abbiamo contemplato attraverso una lente ogni vanità di questo mondo». La fotografia ci dà la sensazione di poter avere in testa l’universo intero, ha scritto più di un secolo dopo Susan Sontag. Ma, come sostiene Zygmunt Bauman, «questo nostro mondo è fatto dall’uomo e dunque può, in teoria, essere rifatto dall’uomo». In nessun altro momento della storia moderna tale proposizione appare vera quanto oggi. Spettri fotografici, silhouettes di paesaggi originari e di animali antichi. Ma anche immagini spaziali, pianeti misteriosi che si rivelano al nostro sguardo nel momento in cui sono colpiti dai raggi luminosi. Realtà che esistono solo nell’attimo in cui appaiono di fronte alla magica lente dell’obiettivo. Non importa che questi mondi siano veramente esistiti, ciò che conta è la narrazione fantastica che l’artista compie senza mai uscire dallo spazio fisico del suo studio. Tutto questo è possibile mediante l’utilizzo di oggetti quotidiani e all’illusione generata dalla proiezione della loro ombra sulla parete di una stanza. Come nel mito della caverna di Platone, raccontato all’inizio del settimo libro de La Repubblica, le ombre che vediamo nelle immagini fotografiche di Tranchina sono bugie credibili, a tal punto che, nonostante l’artista riveli con un video e un’installazione il “trucco”, tornando dalla mostra, saremmo derisi qualora provassimo a mettere in discussione ciò che abbiamo visto in fotografia.
Luca Panaro