Settimanale #5

Settimanale #5
When I was just a little girl…
viamoronisedici/spazioarte
inaugurazione sabato 02 aprile – ore 18.00  dal 02 al 09 aprile 2011

Anna Arzuffi e Silvia Invernici
Settimanale
Progetto ideato da Francesca Martinoli e Stefano Romano.
Il progetto vuole essere una micro vetrina in città di alcuni tra i lavori più interessanti sviluppati dagli studenti
dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, una sorta di primo approccio professionale ad un mondo che
finora hanno conosciuto soltanto tra i banchi dell’Accademia.
Questa rassegna di mostre che si svolge con cadenza regolare ogni due mesi per una settimana negli spazi
della galleria viamoronisedici a Bergamo, può davvero essere considerata una prova d’autore. Allo stesso
tempo è un rafforzamento dell’idea fondante della galleria di far dialogare gli artisti affermati con i giovani artisti.
Settimanale vuole essere anche il tentativo di soddisfare il desiderio, da parte dell’Accademia, di dialogare in
maniera incisiva e nuova col territorio.

Settimanale #5
When I was just a little girl…
A cura di Francesca Martinoli e Francesco Pedrini
Nella quinta edizione di “Settimanale” vediamo scendere in campo due giovani artiste che per la prima volta si
mettono in mostra in una galleria. Dai lavori esposti si percepisce una tensione tra aspettative, e quindi una
proiezione nel futuro, e memoria, dunque un passato da rievocare, ripercorrere e forse anche da esorcizzare.
Anna Arzuffi e Silvia Invernici si espongono per rappresentare loro stesse che vanno incontro alla vita.
Nel lavoro “La Donna Perfetta”, serie di sei fotografie, Anna Arzuffi immagina se stessa nel futuro come gli altri
vorrebbero vederla, in un’atmosfera dilatata, irreale e sospesa. Il tutto è artefatto ma possibile, in perfetta
coincidenza con i modelli a cui la società ci invita ad adeguarci, e proprio per questo con un sapore di assurdo.
In “Ritratti di famiglia”, Anna ricama, su piccole e preziose tele nere, le immagini di “ossa rotte”, tratte da
radiografie dei suoi famigliari. L’atto del ricamo che cuce, rammenda e unisce ciò che è diviso metaforicamente,
viene in questo caso simbolicamente accostato all’ambito famigliare, quasi a voler rievocare quei traumi per
poterli definitivamente guarire.
Con “Fototessera” Silvia Invernici si espone in prima persona raccontando con una performance ciò che non è
mai riuscita a dire in passato, sostenuta da una gigantografia della fototessera della propria carta d’identità, che
rivela e rende palesi le difficoltà di relazione a cui spesso siamo soggetti. “Not Yet” (non ancora), consiste in
una serie di 5 disegni in cui l’artista si rappresenta nel momento in cui prova a suicidarsi. Pensando alle cose
che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare, Silvia disegna sé stessa, come farebbe una bimba, immaginando
le uniche modalità che lei avrebbe potuto applicare per realizzare un atto così estremo. Di nuovo l’ambito delle
possibilità diventa il tema centrale e la morte appare un gioco su cui sperimentare.
Anna Arzuffi e Silvia Invernici giocano a travestirsi, a proiettarsi in avanti nel tempo, a trovare il limite e il confine
delle possibilità, ma non c’è nulla di infantile, anzi il gioco si sta facendo serio.