Mario Cresci

  Prof. Davide Tranchina
presenta un incontro con:MARIO CRESCI
Dalla fine degli anni Sessanta ha sviluppato un complesso corpo di lavoro che varia dal disegno, alla fotografia, all’installazione. Il suo lavoro si è sempre rivolto ad una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo usando il mezzo fotografico come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale.

Data: Giovedì 27 maggio 2010 ore 15

http://www.mariocresci.com/

Autore, tra i primi in Italia della sua generazione, di un’opera eclettica all’interno della ricerca fotografica in cui le analisi della percezione visiva e della forma del pensiero fenomenico acquisite al Corso superiore di Industrial Design di Venezia, si confrontano negli anni Settanta con l’esperienza diretta del lavoro sul campo in ambito etnico e antropologico delle regioni del Mezzogiorno italiano. Dalla fine degli anni Settanta si dedica anche all’insegnamento come esperienza e attività creativa condivisa con gli altri e intesa come parte integrante del suo lavoro d’autore nella convinzione che l’opera d’arte può consistere in un dispositivo formale che genera relazioni tra le persone o nascere da un processo sociale.

Nel 1969 realizza la prima installazione fotografica in Europa alla Galleria “Il Diaframma” di Milano esponendo, nel rapporto tra produzione e consumo, un migliaio di cilindri trasparenti contenenti altrettante fotografie anch’esse trasparenti intese come frammenti del consumismo di allora nel dualismo tra immagini della ricchezza e della povertà. Nel 1968 e nel 1969 tra Roma e Parigi collabora con la Galleria l’Attico ed entra in contatto con Pascali, Mattiacci, Patella e Kounellis, realizzando una serie di performance urbane con due nastri fotografici di contenuto sociale e aderenti all’idea del teatro di strada. Nel 1974 alcune sue fotografie sono acquisite dal Museum of Modern Art di New York.

Dagli anni Novanta ad oggi, dopo aver diretto dal 1991 al 2000 l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e aver organizzato numerosi eventi culturali dedicati ai giovani artisti in collaborazione con Vittorio Fagone e la Gamec di Bergamo come: “Arte e Impresa”, “Clorofilla” e “Accademie in Europa”, riprende il suo lavoro d’autore su problematiche come: l’appropriazione, lo slittamento di senso, variazioni, coincidenze e analogie in cui l’estetica della fotografia rifiuta la logica dello spettacolo, della ricerca del consenso per restituire un modo di sentire e di vedere il mondo come esperienza da condividere. Nel 2004 si è tenuta alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Torino la sua prima mostra antologica, “Le case della Fotografia, 1966-2003” a cura di Piergiovanni Castagnoli.

Ha esposto in alcune edizioni della Biennale di Venezia tra le quali “Muri di carta, fotografia e paesaggio dopo le avanguardie” nel 1993 a cura di Arturo Carlo Quintavalle.

È docente di Documentazione Fotografica al Biennio Specialistico dell’Accademia di Brera di Milano.